\documentclass[11pt]{article} \usepackage{personal_commands} \usepackage[italian]{babel} \title{\textbf{Note del corso di Geometria 1}} \author{Gabriel Antonio Videtta} \date{28 aprile 2023} \begin{document} \maketitle \begin{center} \Large \textbf{Indipendenza e applicazioni affini} \end{center} \begin{note} Qualora non specificato diversamente, si intenderà per $E$ uno spazio affine sullo spazio vettoriale $V$ e per $E'$ uno spazio affine sullo spazio vettoriale $V'$, dove sia $V$ che $V'$ sono costruiti sul campo $\KK$. \end{note} Fissata un'origine $O$ dello spazio affine, si possono sempre considerare due bigezioni: \begin{itemize} \item La bigezione $i_O : E \to V$ tale che $i(P) = P - O \in V$, \item La bigezione $j_O : V \to E$ tale che $j(\v) = O + \v \in E$. \end{itemize} Si osserva inoltre che $i_O$ e $j_O$ sono l'una la funzione inversa dell'altra. Dato uno spazio vettoriale $V$ su $\KK$ di dimensione $n$, si può considerare $V$ stesso come uno spazio affine, denotato con le usuali operazioni: \begin{enumerate}[(a)] \item $\v + \w$, dove $\v \in V$ è inteso come $\mathit{punto}$ di $V$ e $\w \in W$ come il vettore che viene applicato su $\w$, coincide con la somma tra $\v$ e $\w$ (e analogamente $\w - \v$ è esattamente $\w - \v$). \item Le bigezioni considerate inizialmente sono in particolare due mappe tali che $i_{\vv 0}(\v) = \v - \vv 0$ e che $j_{\vv 0}(\v) = \vv 0 + \v$. \end{enumerate} \begin{definition} [spazio affine standard] Si denota con $\AnK$ lo \textbf{spazio affine standard} costruito sullo spazio vettoriale $\KK^n$. Analogamente si indica con $A_V$ lo spazio affine costruito su uno spazio vettoriale $V$. \end{definition} \begin{remark}\nl \li Una combinazione affine di $A_V$ è in particolare una combinazione lineare di $V$. Infatti, se $\v = \sum_{i=1}^n \lambda_i \vv i$ con $\sum_{i=1}^n \lambda_i = 1$, allora, fissato $\vv 0 \in V$, $\v = \vv 0 + \sum_{i=1}^n \lambda_i (\vv i - \vv 0) = \vv 0 + \sum_{i=1}^n \lambda_i \vv i - \vv 0 = \sum_{i=1}^n \lambda_i \vv i$. \li Come vi è una bigezione data dal passaggio alle coordinate da $V$ a $\KK^n$, scelta una base $\basis$ di $V$ e un punto $O$ di $E$, vi è anche una bigezione $\varphi_{O, \basis}$ da $E$ a $\AnK$ data dalla seguente costruzione: \[ \varphi_{O, \basis}(P) = [P-O]_\basis. \] \vskip 0.05in \end{remark} \begin{proposition} Sia $D \subseteq E$. Allora $D$ è un sottospazio affine di $E$ $\iff$ fissato $P_0 \in D$, l'insieme $D_0 = \{ P - P_0 \mid P \in D \} \subseteq V$ è un sottospazio vettoriale di $V$. \end{proposition} \begin{proof} Si dimostrano le due implicazioni separatamente. \\ \rightproof Siano $\vv 1$, ..., $\vv k \in D_0$. Allora, per definizione, esistono $P_1$, ..., $P_k \in D$ tali che $\vv i = P_i - P_0$ $\forall 1 \leq i \leq k$. Siano $\lambda_1$, ..., $\lambda_k \in \KK$. Sia inoltre $P = P_0 + \sum_{i=1}^k \lambda_i \vv i \in E$. Sia infine $O \in D$. Allora $P = O + (P_0 - O) + \sum_{i=1}^k \lambda_i \vv i = O + (P_0 - O) + \sum_{i=1}^k \lambda_i (P_i - O + O - P_0) = O + (P_0 - O) + \sum_{i=1}^k \lambda_i (P_i - O) - \sum_{i=1}^k \lambda_i (P_0 - O) = O + (1-\sum_{i=1}^k \lambda_i) (P_0 - O) + \sum_{i=1}^k \lambda_i (P_i - O)$. In particolare $P$ è una combinazione affine di $P_1$, ..., $P_k \in D$, e quindi, per ipotesi, appartiene a $D$. Allora $P - P_0 = \sum_{i=1}^k \lambda_i \vv i \in D_0$. Poiché allora $D_0$ è chiuso per combinazioni lineari, $D_0$ è un sottospazio vettoriale di $V$. \\ \leftproof Sia $P = \sum_{i=1}^k \lambda_i P_i$ con $\sum_{i=1}^k \lambda_i = 1$, con $P_1$, ..., $P_k \in D$ e $\lambda_1$, ..., $\lambda_k \in \KK$. Allora $P - P_0 = \sum_{i=1}^k \lambda_i (P_i - P_0) \in D_0$ per ipotesi, essendo combinazione lineare di elementi di $D_0$. Pertanto, poiché esiste un solo punto $P'$ tale che $P' = P_0 + \sum_{i=1}^k \lambda_i (P_i - P_0)$, affinché $\sum_{i=1}^k \lambda_i (P_i - P_0)$ appartenga a $D_0$, deve valere anche che $P \in D$. Si conclude quindi che $D$ è un sottospazio affine, essendo chiuso per combinazioni affini. \end{proof} \begin{remark}Sia $D$ un sottospazio affine di $E$. \\ \li Vale la seguente identità $D_0 = \{ P - Q \mid P, Q \in D \}$. Sia infatti $A = \{ P - Q \mid P, Q \in D \}$. Chiaramente $D_0 \subseteq A$. Inoltre, se $P-Q \in A$, $P-Q = (P-P_0) - (Q-P_0)$. Pertanto, essendo $P-Q$ combinazione lineari di elementi di $D_0$, ed essendo $D_0$ spazio vettoriale per la proposizione precedente, $P-Q \in D_0 \implies A \subseteq D_0$, da cui si conclude che $D_0 = A$. \\ \li Pertanto $D_0$ è unico, a prescindere dalla scelta di $P_0 \in D$. \\ \li Vale che $D = P_0 + D_0$, ossia $D$ è il traslato di $D$ mediante il punto $P_0$. \end{remark} \begin{definition} [direzione di un sottospazio affine] Si definisce $D_0 = \Giac(D) = \{ P - Q \mid P, Q \in D \} \subseteq V$ come la \textbf{direzione} (o \textit{giacitura}) del sottospazio affine $D$. \end{definition} \begin{definition} [dimensione un sottospazio affine] Dato $D$ sottospazio affine di $E$, si dice dimensione di $D$, indicata con $\dim D$, la dimensione della sua direzione $D_0$, ossia $\dim D_0$. In particolare $\dim E = \dim V$. \end{definition} \begin{definition} [sottospazi affini paralleli] Due sottospazi affini si dicono \textbf{paralleli} se condividono la stessa direzione. \end{definition} \begin{remark}\nl \li I sottospazi affini di dimensione zero sono tutti i punti di $E$. \\ \li I sottospazi affini di dimensione uno sono le \textit{rette affini}, mentre quelli di dimensione due sono i \textit{piani affini}. \\ \li Si dice \textit{iperpiano affine} un sottospazio affine di codimensione $1$, ossia di dimensione $n-1$. \\ \li Due sottospazi affini sono paralleli se e solo se uno può essere ottenuto mediante una traslazione dell'altro sottospazio. \\ \li Se $D = \Aff(P_1, \ldots, P_k)$ con $P_1$, ..., $P_k \in E$, i vettori $P_2 - P_1$, ..., $P_k - P_1$ generano $D_0$. Infatti, se $P - P_1 \in D_0$, con $P \in D$, esistono $\lambda_1$, ..., $\lambda_k \in \KK$ con $\sum_{i=1}^k \lambda_i = 1$ tali che $P = \sum_{i=1}^k \lambda_i P_i$. Allora $P-P_1 = \sum_{i=1}^k \lambda_i (P_i - P_1)$, da cui si deduce che tali vettori generano $D_0$. \end{remark} \begin{definition} [punti affinemente indipendenti] Un insieme di punti $P_1$, ..., $P_k$ di $E$ si dice \textbf{affinemente indipendente} se ogni combinazione affine di tali punti è unica. Analogamente un sottoinsieme $S \subseteq E$ si dice affinemente indipendente se ogni suo sottoinsieme finito lo è. \end{definition} \begin{proposition} Dati i punti $P_1$, ..., $P_k \in E$, sono equivalenti le seguenti affermazioni. \begin{enumerate}[(i)] \item $P_1$, ..., $P_k$ sono affinemente indipendenti, \item $\forall i \in \NN^+ \mid 1 \leq i \leq k$, $P_i \notin \Aff(P_1, \ldots, P_k)$, con $P_i$ escluso, \item $\forall i \in \NN^+ \mid 1 \leq i \leq k$ l'insieme di vettori $\{ P_j - P_i \mid 1 \leq j \leq k, j \neq i \}$ è linearmente indipendente, \item $\exists i \in \NN^+ \mid 1 \leq i \leq k$ per il quale l'insieme di vettori $\{ P_j - P_i \mid 1 \leq j \leq k, j \neq i \}$ è linearmente indipendente. \end{enumerate} \end{proposition} \begin{proof} Siano $P_1$, ..., $P_k$ affinemente indipendenti. Sia $i \in \NN^+ \mid 1 \leq i \leq k$. Allora chiaramente (i) $\iff$ (ii), dacché se $P_i$ appartenesse a $\Aff(P_1, \ldots, P_k)$, con $P_i$ escluso, si violerebbe l'unicità della combinazione affine di $P_i$, e analogamente se esistessero due combinazioni affini in diversi scalari dello stesso punto si potrebbe un punto $P_j$ con $1 \leq j \leq k$ come combinazione affine degli altri punti. \\ Siano allora $\lambda_1$, ..., $\lambda_k \in \KK$, con $\lambda_i$ escluso, tali che: \[ \sum_{\substack{j = 1 \\ j \neq i}}^n \lambda_j (P_j - P_i) = \vec 0. \] Allora si può riscrivere $P_i$ nel seguente modo: \[ P_i = \left(1 - \sum_{\substack{j = 1 \\ j \neq i}}^n \lambda_j\right) P_i + \sum_{\substack{j = 1 \\ j \neq i}}^n \lambda_j P_j. \] \vskip 0.05in Dal momento che la scrittura di $P_i$ è unica per ipotesi, $\lambda_j = 0$ $\forall 1 \leq j \leq k$ con $j \neq i$, e dunque l'insieme di vettori $\{ P_j - P_i \mid 1 \leq j \leq k, j \neq i \}$ è linearmente indipendente, per cui (ii) \mbox{$\implies$} (iii). Analogamente si deduce anche che (iii) \mbox{$\implies$} (i) e che (iii) \mbox{$\implies$} (iv). Pertanto (i) \mbox{$\iff$} (ii) \mbox{$\iff$} (iii). \\ Si assuma ora l'ipotesi (iv) e sia $t \in \NN^+ \mid 1 \leq t \leq k$ tale che $t \neq i$. Siano dunque $\lambda_1$, ..., $\lambda_k$, con $\lambda_t$ escluso, tale che: \[ \sum_{\substack{j = 1 \\ j \neq t}}^k \lambda_j (P_j - P_t) = \vec 0. \] Allora si può riscrivere la somma come: \[ \sum_{\substack{j = 1 \\ j \neq t}}^k \lambda_j (P_j - P_i) - \sum_{\substack{j = 1 \\ j \neq t}}^k \lambda_j (P_t - P_i) = \vec 0, \] \vskip 0.05in ossia come combinazione lineare dei vettori della forma $P_j - P_i$. Allora, poiché per ipotesi tali vettori sono linearmente indipendenti, vale che: \[ \system{\lambda_j = 0 & \se j \neq t \E j \neq i, \\ \sum_{\substack{j = 1 \\ j \neq t}}^k \lambda_j = 0 & \implies \lambda_i = 0.} \] Pertanto l'insieme di vettori $\{ P_j - P_t \mid 1 \leq j \leq k, j \neq t \}$ è linearmente indipendente, da cui vale che (iv) \mbox{$\implies$} (iii). Si conclude dunque che (i) \mbox{$\iff$} (ii) \mbox{$\iff$} (iii) \mbox{$\iff$} (iv), ossia la tesi. \end{proof} \begin{remark}\nl \li Si osserva che il numero massimo di punti affinemente indipendenti di un sottospazio affine $D$ di dimensione $k$ è $k+1$, dacché, fissato un punto, vi possono essere al più $k$ vettori linearmente indipendenti. \\ \li Un punto di $E$ è sempre affinemente indipendente, dacché la sua unica combinazione affine è sé stesso. \\ \li Due punti di $E$ sono affinemente indipendenti se e solo se il vettore che li congiunge è non nullo. \\ \li Se $P_1$, ..., $P_k$ sono punti affinemente indipendenti, allora $\dim \Aff(P_1, \ldots, P_k) = k-1$. Infatti esistono almeno $k-1$ vettori linearmente indipendenti nella direzione di questo sottospazio affine, ed esattamente $k-1$ vettori generano tale direzione. \end{remark} \begin{definition} [riferimento affine] Sia $D \subseteq E$ un sottospazio affine di $E$ di dimensione $k-1$. Siano i punti $P_1$, ..., $P_k$ dei punti affinemente indipendenti. Allora si dice che tali punti formano un \textbf{riferimento affine} di $D$. \end{definition} \begin{definition} [coordinate affini] Sia $D \subseteq E$ un sottospazio affine di $E$ di dimensione $k-1$ e siano i punti $P_1$, ..., $P_k$ un riferimento affine $R$ di $D$. Allora, se $P = \lambda_1 P_1 + \ldots + \lambda_k P_k \in D$ con $\lambda_1 + \ldots + \lambda_k = 1$, si dice che le \textbf{coordinate affine} di $P$ sono rappresentate dal punto $[P]_\basis$, dove: \[ [P]_R = \Vector{\lambda_1 \\ \vdots \\ \lambda_k} \in \AnK. \] \end{definition} \begin{remark}\nl \li Esiste sempre un riferimento affine di un sottospazio affine $D$ di $E$. Infatti, dato un punto $P_1$ di $E$, e una base $\basis = \{\vv 1, \ldots, \vv k\}$ della direzione $D_0$, i punti $P_1$, $P_1 + \vv 1$, ..., $P_1 + \vv k$ formano un riferimento affine. \\ \li Dalla definizione sopra si deduce che, scelto un riferimento affine $R$, esiste una mappa iniettiva $[\cdot]_R : D \to \AnK$, dove l'immagine di $P$ mediante $[\cdot]_R$ è esattamente il vettore contenente le coordinate affini di $P$. \end{remark} \begin{proposition} Sia $E = \AnK$. Allora i punti $P_1$, ..., $P_k$ sono affinemente indipendenti se e solo se i vettori $\hat P_1 = \Vector{P_1 \\ \hline 1}$, ..., $\hat P_k = \Vector{P_k \\ \hline 1}$ sono linearmente indipendenti. \end{proposition} \begin{proof} Si dimostrano le due implicazioni separatamente. \\ \rightproof Siano $\lambda_1$, ..., $\lambda_k \in \KK$ tali che $\lambda_1 \hat P_1 + \ldots + \lambda_k \hat P_k = \vec 0$. Allora $\sum_{i=1}^k \lambda_i = 0$ e $\lambda_1 P_1 + \ldots + \lambda_k P_k = 0$. \\ Pertanto, sapendo che $\lambda_1 = - \lambda_2 + \ldots - \lambda_k$, vale la seguente identità: \[ \lambda_2 (P_2 - P_1) + \ldots + \lambda_k (P_k - P_1) = 0. \] \vskip 0.05in Poiché i punti $P_1$, ..., $P_k$ sono affinemente indipendenti, per la proposizione precedente, allora i vettori $P_2 - P_1$, ..., $P_k - P_1$ sono linearmente indipendenti, per cui $\lambda_2 = \cdots = \lambda_k = 0$. Pertanto anche $\lambda_1 = 0$, e quindi i vettori $\hat P_1$, ..., $\hat P_k$ sono linearmente indipendenti. \\ \leftproof Siano $\lambda_2$, ..., $\lambda_k \in \KK$ tali che $\lambda_2 (P_2 - P_1) + \ldots + \lambda_k (P_k - P_1) = 0$. Sia allora $\lambda_1 = - \lambda_2 + \ldots - \lambda_k$. Si osserva dunque che $\lambda_1 + \ldots + \lambda_k = 0$ e che $\lambda_1 P_1 + \ldots + \lambda_k P_k = 0$, da cui si deduce che $\lambda_1 \hat P_1 + \ldots + \lambda_k \hat P_k = 0$. Dal momento però che $\hat P_1$, ..., $\hat P_k$ sono linearmente indipendenti, $\lambda_2 = \cdots = \lambda_k = 0$, da cui la tesi, per la proposizione precedente. \end{proof} \begin{definition} [combinazione convessa] Si dice che una combinazione affine $\sum_{i=1}^k \lambda_i P_i$ nei punti $P_1$, ..., $P_k$ con $\sum_{i=1}^k \lambda_i = 1$ è una \textbf{combinazione convessa} se $\lambda_i \geq 0$ $\forall 1 \leq i \leq k$. \end{definition} \begin{definition} [baricentro] Si definisce \textbf{baricentro} $G_S$ dei punti $P_1$, ..., $P_k$, che compongono l'insieme $S \subseteq E$, la combinazione convessa $\sum_{i=1}^k \frac{1}{k} P_i$. \end{definition} \begin{definition} [inviluppo convesso] Si definisce l'\textbf{inviluppo complesso} $\IC(S)$ di un insieme $S \subseteq E$ l'insieme delle combinazioni convesse finite di $S$. \end{definition} \begin{remark}\nl \li L'insieme $\IC(S)$ è, effettivamente, un insieme convesso, se $S \subseteq E$. Se infatti $P$, $Q \in \IC(S)$, allora $\lambda_1 P + \lambda_2 Q \in \IC(S)$, con $\lambda_1$, $\lambda_2 \geq 0$, e quindi $[P, Q] \subseteq \IC(S)$. \\ \li Se $E = \Aa_2(\RR)$, e $P_1$, $P_2$, $P_3$ sono tre punti di $E$, l'inviluppo convesso dei tre punti è esattamente il triangolo costruito sui tre punti. Analogamente, presi quattro punti di $\Aa_3(\RR)$, l'inviluppo convesso dei quattro punti è un tetraedro. \\ \li Se $A = B \sqcup C \subseteq E$ (ossia se $A = B \cup C$ con $B \cap C = \emptyset$), si osserva che $G_A = \frac{\abs{B}}{\abs{A}} G_B + \frac{\abs{C}}{\abs{A}} G_C$. Infatti, se $B_1$, ..., $B_{\abs B}$ sono i punti di $A$ appartenenti a $B$ e $C_1$, ..., $C_{\abs C}$ sono quelli appartenenti a $C$, $G_A = \sum_{i=1}^{\abs B} \frac{1}{\abs{A}} B_i + \sum_{i=1}^{\abs C} \frac{1}{\abs{A}} C_i = \frac{\abs{B}}{\abs A} \sum_{i=1}^{\abs B} \frac{1}{\abs{B}} B_i + \frac{\abs{C}}{\abs A} \sum_{i=1}^{\abs C} \frac{1}{\abs{C}} C_i = \frac{\abs{B}}{\abs{A}} G_B + \frac{\abs{C}}{\abs{A}} G_C$. \\ \li In $\Aa_2(\RR)$, il baricentro tra tre punti affinemente indipendenti è esattamente il baricentro del loro inviluppo convesso, ossia del triangolo formato da questi punti. Infatti, se $S = \{ P_1, P_2, P_3 \}$, $G_S = \frac{1}{3} P_1 + \frac{1}{3} P_2 + \frac{1}{3} P_3$. Inoltre, per l'osservazione precedente, si può scrivere il baricentro di questo triangolo come una combinazione convessa del punto medio di due punti e del terzo punto non considerato, ossia $G_S = \frac{2}{3} \left( \frac{1}{2} P_i + \frac{1}{2} P_j \right) + \frac{1}{3} P_k$. Pertanto il baricentro di un triangolo è l'intersezione di tutte e tre le mediane di tale triangolo. Se si dota il piano della misura euclidea si deduce anche che il segmento che congiunge il baricentro al punto medio è la metà del segmento che congiunge il baricentro al terzo punto. \end{remark} \begin{definition} [applicazione affine] Si definisce \textbf{applicazione affine} da $E$ a $E'$ un'applicazione $\varphi : E \to E'$ che conservi le combinazioni affini, ossia tale che: \[ \varphi\left( \sum_{i=1}^k \lambda_i P_i \right) = \sum_{i=1}^k \lambda_i \, \varphi(P_i), \quad \se \sum_{i=1}^k \lambda_i = 0. \] \end{definition} \begin{remark}\nl \li Come per le applicazioni lineari, la somma e la composizione di più applicazioni affini è ancora una applicazione affine. \\ \li Se si sceglie un riferimento affine di $E$, $\varphi$ è univocamente determinata da come agisce su tale riferimento. \end{remark} \begin{theorem} Sia $\varphi : E \to E'$ un'applicazione affine. Allora esiste un'unica applicazione lineare $g : V \to V'$ tale per cui $\varphi(P) = \varphi(O) + g(P-O)$ $\forall P \in E$, invariante per la scelta di $O \in E$. \end{theorem} \begin{proof} Sia $O \in E$. Si consideri l'applicazione $g : V \to V'$ tale per cui $g(\v) = \varphi(O + \v) - \varphi(O)$. Si verifica che $g$ è lineare: \begin{itemize} \item $g(\v + \w) = \varphi(O + \v + \w) - \varphi(O) = \varphi((O + \v) + (O + \w) - O) - \varphi(O) = \varphi(O + \v) - \varphi(O) + \varphi(O + \w) - \varphi(O) = g(\v) + g(\w)$ (additività), \item $g(a\v) = \varphi(O + a\v) - \varphi(O) = \varphi(a(O + \v) + (1-a)O) - \varphi(O) = a\varphi(O + \v) + (1-a)\varphi(O) - \varphi(O) = ag(\v)$ (omogeneità). \end{itemize} Inoltre, $\varphi(P) = \varphi(O + P - O) = \varphi(O) + \varphi(P) - \varphi(O) = \varphi(O) + g(P-O)$. Si osserva infine che $g$ è unica per costruzione. Si verifica allora che scegliendo $O' \in E$ al posto di $O$, la costruzione di $g$ è invariante, ossia che $\varphi(O' + \v) - \varphi(O') = \varphi(O + \v) - \varphi(O)$ $\forall \v \in V$. Infatti $\varphi(O' + \v) - \varphi(O') = \varphi(O' - O + (O + \v)) - \varphi(O') = \varphi(O') - \varphi(O) + \varphi(O + \v) - \varphi(O') = \varphi(O + \v) - \varphi(O)$, da cui la tesi. \end{proof} \begin{remark} Data un'applicazione lineare $g$ da $V$ in $V'$ e dati $O \in E$, $O' \in E$, si può sempre costruire un'applicazione affine $\varphi$ tale che $\varphi(P) = O' + g(P - O)$. Infatti, se $\sum_{i=1}^n \lambda_i = 1$, $\varphi\left( \sum_{i=1}^n \lambda_i P_i \right) = O' + g\left( \sum_{i=1}^n \lambda_i (P_i - O) ) \right) = O' + \sum_{i=1}^n \lambda_i \, g(P_i - O) = O' + \sum_{i=1}^n \lambda_i \, (\varphi(P_i) - O') = \sum_{i=1}^n \lambda_i \, \varphi(P_i)$. \end{remark} \begin{definition} [applicazione lineare associata ad un'applicazione affine] Data un'applicazione affine $\varphi : E \to E'$ e dato $O \in E$, si definisce $g : V \to V'$ tale che $g(\v) = \varphi(O + \v) - \varphi(O)$ come l'\textbf{applicazione lineare associata a $\varphi$} (detta anche \textit{differenziale} di $f$, ed indicata con $df$). \end{definition} \begin{remark}\nl \li Siano $E = \AnK$ ed $E' = \Aa_m(\KK)$. Allora, se $\varphi$ è un'applicazione affine da $E$ a $E'$, $\varphi(\vec x) = \varphi(\vec 0) + g(\vec x - \vec 0) = A \vec x + \vec b$ $\forall \vec x \in E$, dove $A$ è la matrice associata di $g$ nelle basi canoniche di $\KK^n$ e $\KK^m$ e $\vec b = \varphi(\vec 0)$. \\ \li Sia $E''$ un altro spazio affine costruito su un altro spazio vettoriale $V''$, sempre fondato sul campo $\KK$. Se dunque $g$ e $g'$ sono le applicazioni lineari associate alle applicazioni affini $\varphi : E \to E'$ e $\varphi' : E' \to E''$, allora $g \circ g'$ è l'applicazione lineare associata a $\varphi \circ \varphi'$ e $\varphi + \varphi'$. Infatti, se $O \in E$, $\varphi(\varphi'(P)) = \varphi(\varphi'(O) + g'(P-O)) = \varphi(\varphi'(O)) + g(g'(P-O))$. \end{remark} \begin{definition} [isomorfismo affine] Un'applicazione affine da $E$ in $E'$ si dice \textbf{isomorfismo affine} se è bigettiva. \end{definition} \begin{definition} [affinità] Un'applicazione affine da $E$ in $E$ si dice \textbf{affinità} se è un isomorfismo affine. \end{definition} \begin{remark} Affinché un'applicazione affine sia un'affinità è necessario e sufficiente che la sua applicazione lineare sia invertibile. Infatti, se $\varphi : E \to E$ è un'applicazione affine e l'applicazione lineare associata $g : V \to V'$ è invertibile, allora $\varphi(P) = \varphi(Q) \implies \varphi(O) + g(P - O) = \varphi(O) + g(Q - O) \implies g(P-O) = g(Q-O) \implies P-O = Q-O \implies P=Q$ (iniettività), e $\forall P \in E$, $\varphi(O + g\inv(P-\varphi(O))) = \varphi(O) + g(g\inv(P-\varphi(O))) = P$ (surgettività). Analogamente si dimostra il viceversa. \end{remark} \begin{remark} Se $\varphi : E \to E$ è un'affinità, anche il suo inverso $\varphi\inv$ lo è. Dacché $\varphi\inv$ è già bigettiva, è sufficiente mostra che è anche un'applicazione affine. Siano allora $\lambda_1$, ..., $\lambda_k \in \KK$ tali che $\sum_{i=1}^k \lambda_i = 1$. Siano inoltre $P_1$, ..., $P_k$ punti di $E$. Allora, poiché $\varphi$ è un'affinità, esistono $Q_1 = \varphi\inv(P_1)$, ..., $Q_k = \varphi\inv(P_k) \in E$ tali che $\varphi\left( \sum_{i=1}^k \lambda_i Q_i \right) = \sum_{i=1}^k \lambda_i P_i$. Allora $\varphi\inv\left( \sum_{i=1}^k \lambda_i P_i \right) = \varphi\inv\left(\varphi\left( \sum_{i=1}^k \lambda_i Q_i \right)\right) = \sum_{i=1}^k \lambda_i \, \varphi\inv(P_i)$. \\ In particolare, se $g \in \End(V)$ è l'applicazione lineare associata a $\varphi$, $g\inv$ è l'applicazione lineare associata a $\varphi\inv$. Sia infatti $f \in \End(V)$ è l'applicazione lineare associata a $\varphi\inv$. Dal momento che $\varphi\inv(\varphi(O + \v)) = O + \v$ e che $\varphi\inv(\varphi(O + \v)) = \varphi\inv(\varphi(O) + g(\v)) = \varphi\inv(\varphi(O)) + f(g(\v)) = O + f(g(\v))$, deve valere infatti che $f(g(\v)) = \v$ $\forall \v \in V$, ossia $f \circ g = \Idv \implies f = g\inv$. \end{remark} \begin{definition} [gruppo delle affinità di uno spazio affine] Si indica con $A(E)$ il gruppo, mediante l'operazione di composizione, delle affinità di $E$. \end{definition} \begin{remark}\nl \li Un esempio notevole di affinità è la \textbf{traslazione} $\tau_{\v} : E \to E$ tale che $\tau_{\v}(Q) = Q + \v$, dove $\v \in V$. In particolare l'applicazione associata a tale affinità è l'identità. Infatti, se $O \in E$, $g(\v) = \tau_{\v}(O + \v) - \tau_{\v}(O) = (O + 2\v) - (O + \v) = \v$. \\ \li L'applicazione $\zeta : A(E) \to \GL(V)$ che associa ad un'affinità l'applicazione ad essa associata è un epimorfismo di gruppi. Infatti, dato un endomorfismo invertibile di $V$, vi si può costruire sopra, come visto prima, un'affinità. Inoltre vale che $\zeta(f \circ f') = \zeta(f) \circ \zeta(f')$, per $f$, $f' \in A(E)$. \\ \li Vale che $\Ker \zeta$ è esattamente il sottogruppo normale di $A(E)$ delle traslazioni, dal momento che sono le uniche affinità la cui applicazione lineare associata è l'identità. \end{remark} \end{document}