% !BIB TS-program = biber \PassOptionsToPackage{main=italian}{babel} \documentclass[11pt]{scrbook} \usepackage{evan_notes} \usepackage[utf8]{inputenc} \usepackage[italian]{babel} \usepackage{algorithm2e} \usepackage{amsfonts} \usepackage{amsthm} \usepackage{amssymb} \usepackage{amsopn} \usepackage[backend=biber]{biblatex} \usepackage{cancel} \usepackage{csquotes} \usepackage{mathtools} \usepackage{marvosym} \addbibresource{bibliography.bib} \begin{document} \chapter{Introduzione alla teoria dei campi} \section{La caratteristica di un campo} Si consideri il seguente omomorfismo: \[ \psi : \ZZ \to \KK, \] \vskip 0.1in completamente determinato dalla condizione $\psi(1) = 1$, dacché $\ZZ$ è generato da $1$. Si studia innanzitutto il caso in cui $\Ker \psi = (0)$. In questo caso, $\psi$ è un monomorfismo, e dunque $\ZZ \cong \Imm \psi$. \\ Pertanto, $\KK$ ammetterebbe come sottoanello una copia isomorfa di $\ZZ$. Inoltre, poiché $\KK$ è un campo, deve anche ammetterne gli inversi, e quindi ammetterebbe come sottocampo una copia isomorfa di $\QQ$. La seguente definizione classificherà questi tipi di campo. \\ \begin{definition} Si dice che un campo $\KK$ è di \textbf{caratteristica zero} ($\Char \KK = 0$), quando $\Ker \psi = (0)$. \end{definition} Altrimenti, se $\Ker \psi \neq (0)$, dacché $\ZZ$ è un anello euclideo, $\Ker \psi$ deve essere monogenerato da un intero $n$, ossia $\Ker \psi = (n)$. \\ Tuttavia non tutti gli interi sono ammissibili. Sia infatti $n$ non primo, allora $n = ab$ con $a$, $b \neq \pm 1$. Si nota innanzitutto che $\psi(a) \neq 0$, se infatti fosse nullo, $n$ dovrebbe dividere $a$, impossibile dal momento che $\card{a} < \card{n}$, \Lightning{}. Analogamente anche $\psi(b) \neq 0$. \\ Se $n$ fosse generatore di $\Ker \psi$ si ricaverebbe allora che: \[ \underbrace{\psi(a)}_{\neq\,0} \underbrace{\psi(b)}_{\neq\,0} = \psi(n) = 0, \] \vskip 0.1in che è assurdo, dal momento che $\KK$, in quanto campo, è anche un dominio. Quindi $n$ deve essere un numero primo. In particolare, allora $\ZZp = \ZZ/(p) \cong \Imm \psi$, ossia $\KK$ contiene una copia isomorfa di $\ZZp$, a cui ci riferiremo semplicemente con $\FFpp$. \\ Allora, poiché sia $\KK$ che $\FFpp$ sono campi, $\KK$ è uno spazio vettoriale su $\FFpp$. Si può dunque classificare quest'ultimo tipo di campi con la seguente definizione: \begin{definition} Si dice che un campo $\KK$ è di \textbf{caratteristica $p$} ($\Char \KK = p$) quando $\Ker \psi = (p)$, con $p$ primo. \end{definition} \begin{remark*} La caratteristica di un campo \textbf{non} distingue i campi finiti dai campi infiniti. Esistono infatti campi infiniti di caratteristica $p$, come il campo delle funzioni razionali su $\ZZp$: \[ \ZZ_p(x) = \left\{ \frac{f(x)}{g(x)} \mid f(x),\, g(x) \in \ZZpx,\, g(x) \neq 0 \right\}. \] \vskip 0.1in Infatti $\psi(p) = p \, \psi(1) = 0$. \end{remark*} \section{Prime proprietà dei campi di caratteristica \texorpdfstring{$p$}{p}} Come si è appena visto, un campo $\KK$ di caratteristica $p$ contiene al suo interno un sottocampo $\FFpp$ isomorfo a $\ZZp$, ed è per questo uno spazio vettoriale su di esso. A partire da questa informazione si può dimostrare la seguente proposizione. \begin{proposition} \label{prop:campo_char_p_prodotto_per_p} Sia $\KK$ un campo di caratteristica $p$. Allora, per ogni elemento $v$ di $\KK$, $pv=0$. \end{proposition} \begin{proof} Considerando ogni elemento di $\KK$ come vettore e $p$ come scalare, si ricava che: \[ pv=(\underbrace{1+\ldots+1}_{p\text{ volte}})v= (\underbrace{\psi(1)+\ldots+\psi(1)}_{p\text{ volte}})v= \psi(p)v=0v=0. \] \end{proof} Mentre, partendo da questa proposizione, si può dimostrare il seguente teorema. \begin{theorem}[\textit{Teorema del binomio ingenuo}] \label{th:binomio_ingenuo} Siano $a$ e $b$ elementi di un campo di caratteristica $p$. Allora $(a+b)^p = a^p + b^p$. \end{theorem} \begin{proof} Per dimostrare la tesi si applica la formula del binomio di Newton nel seguente modo: \[ (a+b)^p = \sum_{i=0}^p \binom{p}{i} a^{p-i}b^p. \] \vskip 0.1in Tuttavia, dal momento che $p$ è un fattore di tutti i binomiali per $1 \leq i \leq p-1$, tutti i termini computati con queste $i$ sono nulli per la \propref{prop:campo_char_p_prodotto_per_p}. Si desume così l'identità della tesi. \end{proof} \section{L'omomorfismo di Frobenius} \begin{definition} Dato un campo $\KK$ di caratteristica $p$, si definisce \textbf{omomorfismo di Frobenius} per il campo $\KK$ la funzione: \[ \Frob : \KK \to \KK,\, a \mapsto a^p. \] \end{definition} \begin{remark*} In effetti, l'omomorfismo di Frobenius è un omomorfismo. \\ Infatti, $\Frob(1) = 1^p = 1$. Inoltre tale funzione rispetta la linearità per il \nameref{th:binomio_ingenuo}: \[ \Frob(a + b) = (a+b)^p = a^p + b^p = \Frob(a) + \Frob(b), \] \vskip 0.1in e chiaramente anche la moltiplicatività: \[ \Frob(ab) = (ab)^p = a^p b^p = \Frob(a) \Frob(b). \] \end{remark*} \begin{proposition} \label{prop:frobenius_monomorfismo} L'omomorfismo di Frobenius di un campo $\KK$ di caratteristica $p$ è un monomorfismo. \end{proposition} \begin{proof} Si prenda in considerazione $\Ker \Frob$. Esso è sicuramente un ideale diverso da $\KK$, dacché $1 \notin \Ker \Frob$. Tuttavia, se $\Ker \Frob \neq (0)$, $\Ker \Frob$, dal momento che $\KK$, in quanto campo, è un anello euclideo, e quindi un PID, è monogenerato da un invertibile. \\ Se però così fosse, $\Ker \Frob$ coinciderebbe con il campo $\KK$ stesso, \Lightning{}. Quindi $\Ker \Frob = (0)$, da cui la tesi. \end{proof} \begin{proposition} Sia $\KK$ un campo finito di caratteristica $p$. Allora l'omomorfismo di Frobenius è un automorfismo. \end{proposition} \begin{proof} Dalla \propref{prop:frobenius_monomorfismo} è noto che $\Frob$ sia già un monomorfismo. Dal momento che il dominio e il codominio sono lo stesso e constano entrambi dunque di un numero finito di elementi, se $\Frob$ non fosse surgettivo, vi sarebbe un elemento di $\KK$ a cui non è associato nessun elemento di $\KK$ mediante $\Frob$. \\ Per il principio dei cassetti, allora, spartendo $\card{\KK}$ elementi in $\card{\KK}-1$ elementi, vi sarebbe almeno un elemento dell'immagine a cui sarebbero associati due elementi del dominio. Tuttavia questo è assurdo dal momento che $\Frob$ è un monomorfismo. Quindi $\Frob$ è un epimorfismo. \\ Dacché $\Frob$ è contemporaneamente un endomorfismo, un monomorfismo e un epimorfismo, è allora anche un automorfismo. \end{proof} \begin{proposition} \label{prop:punti_fissi_frobenius_campo} Sia $\KK$ un campo di caratteristica $p$ e si definisca l'insieme dei punti fissi del suo omomorfismo di Frobenius: \[ \Fix(\Frobexp^n) = \{ a \in \KK \mid \Frobexp^n(a) = a \} .\] \vskip 0.1in Allora $\Fix(\Frobexp^n)$ è un sottocampo di $\KK$. \end{proposition} \begin{proof} Affinché $\Fix(\Frobexp^n)$ sia un sottocampo di $\KK$, la sua somma e la sua moltiplicazione devono essere ben definite, e ogni suo elemento deve ammettere un inverso sia additivo che moltiplicativo. \\ Siano allora $a$, $b \in \Fix(\Frobexp^n)$. $\Frobexp^n$ è un omomorfismo, in quanto è composizione di omomorfismi (in particolare, dello stesso omomorfismo $\Frobexp$). Sfruttando le proprietà degli omomorfismi si dimostra dunque che $a+b \in \Fix(\Frobexp^n)$: \[ \Frobexp^n(a+b) = \Frobexp^n(a) + \Frobexp^n(b) = a+b, \] \vskip 0.1in e che $ab \in \Fix(\Frobexp^n)$: \[ \Frobexp^n(ab) = \Frobexp^n(a)\Frobexp^n(b) = ab. \] \vskip 0.1in Analogamente si dimostra che $-a \in \Fix(\Frobexp^n)$: \[ \Frobexp^n(-a) = -\Frobexp^n(a) = -a, \] \vskip 0.1in e che $a\inv \in \Fix(\Frobexp^n)$: \[ \Frobexp^n(a\inv) = \Frobexp^n(a)\inv = a\inv. \] \end{proof} \section{Classificazione dei campi finiti} \begin{theorem} Ogni campo finito $\KK$ di caratteristica $p$ consta di $p^n$ elementi, con $n \in \NN^+$. \end{theorem} \begin{proof} Come già detto precedentemente, $\KK$ è uno spazio vettoriale su una copia isomorfa di $\ZZp$, $\FFpp$. \\ Si consideri allora il grado $[\KK : \FFpp]$. Sicuramente questo grado non è infinito, dal momento che $\KK$ non ha infiniti elementi. Quindi $[\KK : \FFpp] = n \in \NN$. \\ Sia dunque $(k_1, k_2, \ldots, k_n)$ una base di $\KK$ su $\FFpp$. Ogni elemento $a$ di $\KK$ si potrà dunque scrivere come: \[ a = \alpha_1 k_1 + \ldots + \alpha_n k_n, \quad \alpha_1, \ldots, \alpha_n \in \FFpp,\] \vskip 0.1in e dunque vi saranno in totale $p^n$ elementi, dove ogni $p$ è contato dal numero di elementi che è possibile associare ad ogni coefficiente, ossia $\card{\FFpp} = p$, per il numero di elementi appartenenti alla base, ossia $[\KK : \FFpp] = n$, da cui la tesi. \end{proof} \begin{theorem} Per ogni $n \in \NN^+$ e per ogni numero primo $p$ esiste un campo finito con $p^n$ elementi. \end{theorem} \begin{proof} Si consideri il polinomio $x^{p^n}-x$ su $\ZZp$ e un suo campo di spezzamento $A$. $\Fix(\Frobexp^n)$, per la \propref{prop:punti_fissi_frobenius_campo}, è un sottocampo, e contiene esattamente le radici di $x^{p^n}-x$, che in $A$ si spezza in fattori lineari, per definizione. \\ La derivata di $x^{p^n}-x$ è $p^n x^{p^n - 1}-1 \equiv -1$, dacché $A$ è uno spazio vettoriale su $\ZZp$, e pertanto vale ancora la \propref{prop:campo_char_p_prodotto_per_p}. Dal momento che $-1$ e $x^{p^n}-x$ non hanno fattori lineari in comune, per il \textit{Criterio della derivata}, $x^{p^n}-x$ non ammette radici multiple. \\ Allora $\Fix(\Frobexp^n)$ è un campo con $p^n$ elementi, ossia tutte le radici di $x^{p^n}-x$ (e coincide quindi con il campo di spezzamento $A$), da cui la tesi. \end{proof} \end{document}