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3.8 KiB
TeX

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\newcommand{\gfrac}[2]{\displaystyle \frac{#1}{#2}}
\begin{document}
\author{Gabriel Antonio Videtta}
\title{Appunti di Fisica}
\maketitle
\tableofcontents
\chapter{I moti principali della fisica}
\section{Il moto rettilineo uniforme (m.u.a.)}
Conoscendo le definizioni di accelerazione ($\vec{a} = \frac{d\vec{v}}{dt}$)
e di velocità ($\vec{v} = \frac{d\vec{x}}{dt}$) è possibile, ponendo l'accelerazione
costante (i.e. il \textit{jerk} è nullo, $\frac{d\vec{a}}{dt} = 0$), ricavare numerose formule.
\subsection{Le equazioni del moto in un sistema di riferimento unidimensionale}
Le equazioni del moto sono le seguenti:
\begin{equation}
\begin{dcases}
x(t)=x_0+v_0t+\frac{1}{2}at^2 \\
v(t)=v_0+at
\end{dcases}
\end{equation}
\begin{proof}
Da $a=\frac{dv}{dt}$, si ricava $dv=a\cdot dt$, da cui:
\begin{equation*}
\int dv=\int a\, dt = a \int dt \Rightarrow v=v_0+at
\end{equation*}
Dimostrata questa prima equazione, è possibile dimostrare in modo analogo l'altra:
\begin{equation*}
\int dx=\int v\cdot dt = \int v_0\, dt + \int at\, dt = x_0+v_0t+\frac12at^2
\end{equation*}
La dimostrazione può essere inoltre resa immediata se si sviluppano $x(t)$ e
$v(t)$ come serie di Taylor-Maclaurin.
\end{proof}
\subsection{Lo spostamento in funzione della velocità e dell'accelerazione}
Senza ricorrere alla variabile di tempo $t$, è possibile
esprimere lo spostamento in funzione della velocità e dell'accelerazione
mediante le seguente formula:
\begin{equation}
x-x_0=\frac{v^2-v_0^2}{2a}
\end{equation}
\begin{proof}
Considerando $a=\frac{dv}{dt}$, è possibile riscrivere, mediante l'impiego
delle formule di derivazione delle funzioni composte, quest'ultima formula:
\begin{equation*}
a=\frac{dv}{dt}=\frac{dx}{dt}\frac{dv}{dx}=v\,\frac{dv}{dx}
\end{equation*}
Da ciò si può ricavare infine l'ultima formula:
\begin{equation*}
a\,dx=v\,dv \Rightarrow a \int dx = \int v \, dv
\end{equation*}
E quindi:
\begin{equation*}
a(x-x_0)=\frac{v^2-v_0^2}{2} \Rightarrow x-x_0=\frac{v^2-v_0^2}{2a}
\end{equation*}
\end{proof}
\section{Il moto dei proiettili}
Il \textit{moto dei proiettili}, o moto parabolico, non
è altro che la forma vettoriale del m.u.a. sfruttando due accelerazioni per
entrambe le dimensioni: una nulla (quella dello spostamento parallelo al
terreno) ed una pari a $-g$ (quella data dalla gravità nello spostamento
normale al terreno).
\subsection{Le equazioni del moto dei proiettili}
Riprendendo le precedenti considerazioni, si può dunque scrivere
l'equazione del moto in forma vettoriale:
\begin{equation}
\begin{pmatrix}
x \\
y
\end{pmatrix} = \begin{pmatrix}
x_0 \\
y_0
\end{pmatrix} + \vec{v_0} t + \frac12 \begin{pmatrix}
0 \\
-g
\end{pmatrix} t^2
\end{equation}
O si può separare quest'ultima in due equazioni:
\begin{equation}
\begin{dcases}
x(t)=x_0+v_0\cos(\theta)t \\
y(t)=y_0+v_0\sin(\theta)t-\frac12gt^2
\end{dcases}
\end{equation}
\subsection{Il calcolo della gittata e della traiettoria}
Definita la \textit{gittata} come la distanza tra il punto di lancio ed
il punto in cui il corpo assume la stessa ordinata del punto di lancio e
la \textit{traiettoria} come la distanza tra il punto di lancio ed il
punto in cui il corpo assume la massima ordinata, si possono facilmente
dimostrare le seguenti equazioni:
\begin{equation}
\displaystyle
\begin{dcases}
x_{\text{gittata}} = \frac{v_0^2 \sin(2\theta)}{g} \\
x_{\text{traiettoria}} = \frac12 x_{\text{gittata}} = \frac{v_0^2 \sin(2\theta)}{2g}
\end{dcases}
\end{equation}
\end{document}