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@ -148,7 +148,7 @@
bigezioni). \bigskip
\begin{example}[$\Aut(S_3) \cong S_3$] %TODO: aggiungere Aut(Z_2 * Z_2) ~ S_3
\begin{example}[$\Aut(S_3) \cong S_3$]
Si osserva che $Z(S_3)$ deve essere obbligatoriamente
banale\footnote{
In generale $Z(S_n)$ è banale per $n \geq 3$.
@ -175,6 +175,39 @@
\end{example}
\begin{example}[$\Aut(\ZZ \quot n \ZZ) \cong (\ZZ \quot n \ZZ)^*$]
Sia $f$ un automorfismo di $\Aut(\ZZ \quot n \ZZ)$. Allora,
necessariamente, $f(\cleq1)$ deve essere un
generatore di $\Aut(\ZZ \quot n \ZZ)$. Si può quindi costruire
un isomorfismo $\zeta : \Aut(\ZZ \quot n \ZZ) \to
(\ZZ \quot n \ZZ)^*$ tale per cui
$f \xmapsto{\zeta} f(\cleq1)$. \medskip
Chiaramente $\zeta$ è un omomorfismo, infatti\footnote{
Potrebbe non risultare completamente ovvio che
valga $f(g(\cleq 1)) = f(\cleq 1) g(\cleq 1)$.
È necessario però ricordarsi che $\ZZ\quot n \ZZ$ è
un gruppo definito sulla somma, e quindi vale sempre
che $f(\cleq a) = a f(\cleq 1) = \cleq{a} f(\cleq 1)$.
}:
\[ \zeta(f \circ g) = f(g(\cleq 1)) = f(\cleq 1) g(\cleq 1) = \zeta(f) \zeta(g). \]
Inoltre $f(\cleq 1) = \cleq 1 \implies f = \Id$, e quindi
$\zeta$ è iniettiva. Infine, per ogni $\cleq a \in (\ZZ \quot n \ZZ)^*$, si può costruire $f_a \in \Aut(\ZZ \quot n \ZZ)$
di cui è immagine ponendo semplicemente che valga\footnote{
L'automorfismo è ben determinato dal momento che manda
un generatore in un altro generatore.
}
$f_a(\cleq 1) = \cleq a$. Si conclude quindi che
$\zeta$ è un isomorfismo e dunque che vale il seguente
isomorfismo:
\[ \Aut(\ZZ \quot n \ZZ) \cong (\ZZ \quot n \ZZ)^* \]
Il risultato è valido anche con $n = 0$, da cui si
ricava che:
\[ \Aut(\ZZ) \cong \ZZ^* \cong \{\pm 1\}. \]
\end{example}
Si illustrano adesso dei risultati molto interessanti sui gruppi di automorfismi
dei prodotti diretti, a partire dalla:
@ -237,5 +270,87 @@
per il Teorema cinese del resto e che $\Aut(\ZZ \quot m \ZZ) \cong (\ZZ \quot m \ZZ)^*$,
vale che:
\[ (\ZZ \quot m \ZZ)^* \times (\ZZ \quot n \ZZ)^* \cong (\ZZ \quot mn \ZZ)^* \]
%TODO: aggiungere dimostrazione Aut(Z/nZ) ~ (Z/nZ)*
\begin{example}($\Aut((\ZZ \quot p \ZZ)^n)$)
Il gruppo $(\ZZ \quot p \ZZ)^n$ ha una più facile
visualizzazione se lo si pensa come spazio vettoriale su
$\ZZ \quot p \ZZ$ (che per $p$ primo è, per l'appunto,
un campo). In tal caso, gli automorfismi di
$(\ZZ \quot p \ZZ)^n$ coincidono esattamente con gli
endomorfismi invertibili di $\End((\ZZ \quot p \ZZ)^n)$,
e quindi vale in particolare che:
\[ \Aut((\ZZ \quot p \ZZ)^n) \cong \GL_n(\ZZ \quot p \ZZ). \]
In questo modo è estremamente più facile contare il
numero di automorfismi di questo gruppo. È infatti
sufficiente contare le possibili matrici invertibili con
elementi in $\ZZ \quot p \ZZ$. Nella prima colonna di una
matrice $A \in \GL_n(\ZZ \quot p \ZZ)$ possono
essere effettuate $p^n - 1$ scelte (si esclude il vettore
nullo); nella seconda è sufficiente scegliere un vettore
che non stia in $(\ZZ \quot p \ZZ)^n \setminus
\Span(A^1)$, e quindi si hanno $p^n - p$ scelte; per la
terza colonna se ne hanno $p^n - p^2$, ... \medskip
Si conclude dunque che vale la seguente identità:
\[ \abs{\Aut((\ZZ \quot p \ZZ)^n)} = \prod_{i=0}^{n-1} (p^n - p^i). \] \medskip
Se si prende $m$ \textit{square-free}\footnote{
Ossia $m$ non è diviso da alcun quadrato; equivalentemente
un primo che compare nella fattorizzazione di $m$
compare con esponente unitario.
}, il risultato si può estendere facilmente
su $\Aut((\ZZ \quot m)^n)$. Se infatti
$m = p_1 \cdots p_k$, vale che:
\[
\Aut((\ZZ \quot m \ZZ)^n) \cong
\Aut((\ZZ \quot p_1 \ZZ)^n \times \cdots \times (\ZZ \quot p_k \ZZ)^n)
\cong \Aut((\ZZ \quot p_1 \ZZ)^n) \times
\cdots \times \Aut((\ZZ \quot p_k \ZZ)^n,
\]
dove si è usato sia il Teorema cinese del resto, sia
il fatto per cui $\MCD(p_i, p_j) = 1$ per $i \neq j$.
\end{example}
\begin{example}[$\Aut(\ZZ \quot 2 \ZZ \times \ZZ \quot 2 \ZZ) \cong S_3$ e altre proprietà]
Ora che è chiara la visualizzazione in senso vettoriale
di $(\ZZ \quot p \ZZ)^n$, si possono elencare alcune
proprietà di $\ZZmod2 \times \ZZmod2$. \medskip
Innanzitutto, benché $\ZZmod2 \times \ZZmod2$ sia abeliano,
$\Aut(\ZZmod2 \times \ZZmod2) \cong \GL_2(\ZZmod2)$ non
lo è. Inoltre, ogni sottogruppo proprio e non banale di
$\ZZmod2 \times \ZZmod2$ non è caratteristico: ogni
tale sottogruppo è vettorialmente una retta (infatti
$\ZZmod2 \times \ZZmod2$ ha dimensione due), e quindi
è sufficiente costruire un automorfismo che manda tale
retta in un'altra. \medskip
Infine, sempre perché $\Aut(\ZZmod2 \times \ZZmod2) \cong \GL_2(\ZZmod2)$, si può visualizzare facilmente l'isomorfismo
tra $\Aut(\ZZmod2 \times \ZZmod2)$ e $S_3$. Infatti,
$\GL_2(\ZZmod2)$ si compone di $6$ matrici, nella
seguente bigezione con $S_3$:
\[
\Matrix{1 & 0 \\ 0 & 1} \bij e, \quad
\Matrix{0 & 1 \\ 1 & 0} \bij (1, 2), \quad
\Matrix{1 & 1 \\ 0 & 1} \bij (2, 3),
\]
\[
\Matrix{1 & 0 \\ 1 & 1} \bij (1, 3), \quad
\Matrix{0 & 1 \\ 1 & 1} \bij (1, 2, 3) \quad
\Matrix{1 & 1 \\ 1 & 0} \bij (1, 3, 2).
\]
\vskip 0.1in
Infine, poiché $\Aut(\ZZmod2 \times \ZZmod2) \cong
S_3 \cong \Aut(S_3)$, $\ZZmod2 \times \ZZmod2$ e
$S_3$ formano un esempio di gruppi non isomorfi
(in particolare uno è abeliano e l'altro no) i cui
gruppi di automorfismo sono isomorfi.
\end{example}
\end{document}

@ -154,11 +154,13 @@
\[ (h,k) \xmapsto{\rho} hk. \]
Si osserva che ogni elemento $h$ di $H$ commuta con
ogni elemento $k$ di $K$. Sia infatti $g = k\inv hkh\inv$, allora:
ogni elemento $k$ di $K$. Se infatti si considera il
commutatore $g = [h, k]$, vale che:
\[
g = \underbrace{(k\inv hk)}_{\in H} h\inv \in H, \qquad g = k\inv \underbrace{(hkh\inv)}_{\in K} \in K.
g = \underbrace{(hkh\inv)}_{\in K} k \in K, \qquad g = h\inv \underbrace{(kh\inv k\inv)}_{\in H} \in H.
\]
Pertanto $g \in H \cap K \implies hk=kh$. Allora $\rho$
Pertanto $g \in H \cap K \implies [h, k] = e \implies
hk=kh$. Allora $\rho$
è un omomorfismo, infatti:
\[
\rho((hh',kk')) = hh'kk' = hkh'k' = \rho((h,k)) \rho((h',k')).
@ -173,7 +175,43 @@
facilmente due copie isomorfe di $G_1$ e $G_2$ in $G$, ossia $G_1' = G_1 \times \{e\}$ e $G_2' = \{e\} \times G_2$.
Vale inoltre che $G_1'$, $G_2' \nsgeq G$ e dunque,
per la proposizione precedente\footnote{Infatti $G_1' \cap G_2' = \{(e,e)\}$.}, che
$G \cong G_1' \times G_2'$. \bigskip
$G \cong G_1' \times G_2'$. \medskip
In particolare vale il seguente risultato, considerando
$\gen{x} \cap \gen{y} = \{e\}$:
\begin{proposition}
Siano\footnote{
In generale, se $\MCD(\ord(x), \ord(y)) > 1$,
non vale che $\ord(xy) = \mcm(\ord(x), \ord(y))$,
benché sicuramente $\ord(xy) \mid \mcm(\ord(x), \ord(y))$,
sempre a patto che $x$ e $y$ commutino.
È sufficiente considerare in $\ZZmod6$ gli elementi
$\cleq 1$ e $\cleq 2$: infatti $\ord(\cleq 1) = 6$ e
$\ord(\cleq 2) = 3$, ma $\ord(\cleq 1 + \cleq 2) =
\ord(\cleq 3) = 2 \neq 6$.
}\footnote{
A prescindere da quanto valga $\MCD(\ord(x), \ord(y))$,
se $x$ e $y$ commutano, esiste sempre un elemento
$g \in G$ tale per cui $\ord(g) = \mcm(\ord(x), \ord(y))$.
} $x$, $y$ due elementi di $G$ che commutano con
$\MCD(\ord(x), \ord(y)) = 1$. Allora $\ord(xy) = \ord(x) \ord(y)$. % TODO: aggiungere la dimostrazione
\end{proposition}
\begin{proof}
Chiaramente $\ord(xy) \mid \ord(x) \ord(y)$, dal momento
che $(xy)^{\ord(x) \ord(y)} = x^{\ord(x) \ord(y)} y^{\ord(x) \ord(y)} = e$, dove si è usato che $x$ e $y$ commutano.
Sia allora $k = \ord(xy)$. Vale allora che
$x^k y^k = e \implies x^k = y^{-k} \in \gen{x} \cap \gen{y}$.
Tuttavia $\abs{\gen{x} \cap \gen{y}} \mid
\MCD(\abs{\gen{x}}, \abs{\gen{y}}) = \MCD(\ord(x), \ord(y)) =
1$, e quindi $\gen{x} \cap \gen{y} = \{e\}$. Allora
deve valere che $x^k = y^{-k} = e \implies
\ord(x), \ord(y) \mid k$, da cui si deduce che
$\ord(x) \ord(y) \mid k = \ord(x) \ord(y)$. Si conclude dunque che
$\ord(xy) = \ord(x) \ord(y)$.
\end{proof} \vskip 0.2in
Si può adesso dimostrare il seguente fondamentale

@ -92,7 +92,28 @@
$k \in K$ tale per cui $x=yk$. Allora:
\[ xH(K \quot H) = yH \, kH (K \quot H) = yH(K \quot H), \]
da cui la tesi.
\end{proof} \bigskip
\end{proof}
\begin{example}[I sottogruppi di $\ZZmod n$]
Attraverso il teorema di corrispondenza è facile
contare i sottogruppi di $\ZZmod n$ senza ricorrere
alla teoria sui gruppi ciclici finiti. Infatti, per
il teorema di corrispondenza, i sottogruppi di
$\ZZ \quot n \ZZ$ sono in esatta corrispondenza
con i sottogruppi\footnote{
Poiché $\ZZ$ è ciclico, ogni sottogruppo è
della forma $m \ZZ$. In particolare, ogni sottogruppo
di $\ZZ$ è anche un suo ideale, se si intende
$\ZZ$ come anello, ed è dunque monogenerato in
quanto $\ZZ$, essendo un anello euclideo, è
anche un PID.
} $m\ZZ$ di $\ZZ$ tali per cui $n \ZZ \subseteq m \ZZ$.
In particolare, $n \ZZ \subseteq m \ZZ$ se e solo se
$m \mid n$, e quindi vi sono $d(n)$ possibili sottogruppi, che, tramite il teorema di corrispondenza, sono esattamente
i sottogruppi della forma $m\ZZ \quot n\ZZ \cong \ZZ \quot{\frac{n}{m}} \ZZ$.
\end{example}
\bigskip
Si illustra allora il seguente fondamentale risultato sui $p$-gruppi,

@ -10,8 +10,8 @@
$G'$.
\end{note}
Si illustrano i tre teoremi di isomorfismo nella loro
forma più generale.
Si illustrano i tre teoremi di isomorfismo (o omomorfismo)
nella loro forma più generale.
\begin{theorem}[Primo teorema di isomorfismo]
Sia $\varphi$ un omomorfismo da $G$ in $G'$. Allora,
@ -60,7 +60,38 @@
\[ \Ker f = \{ gN \mid \varphi(g) = e \} = \{ gN \mid g \in \Ker \varphi \} = \Ker \varphi \quot N.
\]
\begin{theorem}[Secondo teorema di isomorfismo, o teorema del diamante]
\begin{theorem}[Secondo teorema di isomorfismo]
Siano $H$ e $N$ due sottogruppi normali di $G$ e sia
$N \leq H$. Allora\footnote{
Ci sono più modi per vedere che $H \quot N$ è
normale in $G \quot N$. Un modo di vederlo si
ottiene dalla dimostrazione stessa del teorema,
dal momento che si ottiene che $H \quot N$ è
il kernel dell'omomorfismo $\varphi$. Altrimenti,
se $hN \in H \quot N$, $gN hN g\inv N = (ghg\inv)N$,
e poiché $H$ è normale in $G$, $ghg\inv \in H$, da
cui $(ghg\inv)N \in H \quot N$.
}:
\[ \frac{G \quot N}{H \quot N} \cong G \quot H. \]
\end{theorem}
\begin{proof}
Si costruisce l'omomorfismo $\varphi : G \quot N \to G \quot H$ tale per cui $gN \mapsto gH$. Si verifica innanzitutto
che la mappa $\varphi$ è ben definita:
\[ gnH = gH \impliedby N \subseteq H. \]
Inoltre $\varphi$ è effettivamente un omomorfismo dal momento
che:
\[ \varphi(gkN) = gkH = gH \, kH = \varphi(gN) \varphi(kN). \]
Chiaramente $\varphi$ è una mappa surgettiva e quindi
$\Im \varphi = G \quot H$.
Allora, se $g \in \Ker \varphi$, $\varphi(gN) = gH = H$, e quindi $g \in H$. Pertanto $\Ker \varphi = \{
gN \mid g \in H
\} = H \quot N$. Si conclude allora, per il Primo teorema
di isomorfismo, che:
\[ \frac{G \quot N}{H \quot N} \cong G \quot H. \]
\end{proof}
\begin{theorem}[Terzo teorema di isomorfismo, o teorema del diamante]
Siano $H$, $N \leq G$ con $N \nsgeq G$. Allora\footnote{
Si osserva che effettivamente $H \cap N$ è normale in
$H$. Infatti se $g \in H \cap N$, allora, se
@ -101,35 +132,4 @@
la tesi:
\[ H \quot (H \cap N) \cong HN \quot N. \]
\end{proof}
\begin{theorem}[Terzo teorema di isomorfismo]
Siano $H$ e $N$ due sottogruppi normali di $G$ e sia
$N \leq H$. Allora\footnote{
Ci sono più modi per vedere che $H \quot N$ è
normale in $G \quot N$. Un modo di vederlo si
ottiene dalla dimostrazione stessa del teorema,
dal momento che si ottiene che $H \quot N$ è
il kernel dell'omomorfismo $\varphi$. Altrimenti,
se $hN \in H \quot N$, $gN hN g\inv N = (ghg\inv)N$,
e poiché $H$ è normale in $G$, $ghg\inv \in H$, da
cui $(ghg\inv)N \in H \quot N$.
}:
\[ \frac{G \quot N}{H \quot N} \cong G \quot H. \]
\end{theorem}
\begin{proof}
Si costruisce l'omomorfismo $\varphi : G \quot N \to G \quot H$ tale per cui $gN \mapsto gH$. Si verifica innanzitutto
che la mappa $\varphi$ è ben definita:
\[ gnH = gH \impliedby N \subseteq H. \]
Inoltre $\varphi$ è effettivamente un omomorfismo dal momento
che:
\[ \varphi(gkN) = gkH = gH \, kH = \varphi(gN) \varphi(kN). \]
Chiaramente $\varphi$ è una mappa surgettiva e quindi
$\Im \varphi = G \quot H$.
Allora, se $g \in \Ker \varphi$, $\varphi(gN) = gH = H$, e quindi $g \in H$. Pertanto $\Ker \varphi = \{
gN \mid g \in H
\} = H \quot N$. Si conclude allora, per il Primo teorema
di isomorfismo, che:
\[ \frac{G \quot N}{H \quot N} \cong G \quot H. \]
\end{proof}
\end{document}

@ -219,6 +219,10 @@
% Spesso utilizzati durante il corso di Algebra 1
\newcommand{\bij}{\leftrightarrow}
\newcommand{\ZZmod}[1]{\ZZ \quot #1 \ZZ}
\newcommand{\cleq}[1]{\overline{#1}}
\newcommand{\rotations}{\mathcal{R}}
\newcommand{\gen}[1]{\langle #1 \rangle}
\DeclareMathOperator{\Cl}{Cl}

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